07 febbraio 2006

Studia altrimenti ti bocciano...

... e se un ti bocciano ti rimandano. E se ti rimandano un ti mando in vacanza con gli amici!!”
Me lo diceva sempre la Luciana (la mì mamma), donna dalla spiccata arguzia e dai ferrei princìpi. Ma io, duro, non le davo ascolto ed alla fine l’è successo.
In prima superiore m’hanno rimandato. Tragedia!!! Quell’anno non mi sarebbe toccato il campeggio.
Solo che, dopo una settimana di studi forzati, la Luciana non ne poteva più. Ero sempre in giro per casa a rompere i santissimi (tanto, più di un quarto d’ora un riuscivo a studiare).
Ed ecco che le viene il colpo di genio… Farmi fare dello sport.
Questo avrebbe unito l’utile (avere un figlio più simile ad un essere umano che ad uno stecchino da denti), al dilettevole (togliersi dai piedi per un po’ di tempo il sottoscritto per fare in pace il suo hobby preferito, pulire).
In quell’anno (1976) il circolo Canottieri Comunali di Firenze faceva dei corsi estivi di canoa (che in verità non ha mai smesso di fare). La Luciana prese la palla al balzo. “Abbastanza vicino a casa per poterlo mandare da solo. Lo sport è bello con quelle belle barche di legno” (s’era confusa col canottaggio…) “e gli si sviluppa anche ì fisico”.
Ed eccomi lì, da solo davanti ad una barca con un buco per infilarcisi dentro ed un bilanciere in coda con lo stesso scopo delle rotelline per insegnare ai bambini ad andare in bicicletta. Devo dire che l’esperienza mi piacque talmente tanto che sono rimasto socio del circolo per un bel pezzo anche se a periodi alterni.
Solo una cosa mi dava noia. L’acqua dell’Arno non è propriamente acqua di fonte. E dentro vi si possono trovare bestie che oltre a nuotare riescono anche a camminare! Blah! Fare l’eskimo non era una cosa che mi è mai piaciuta (tanto è vero che non mi è mai riuscito bene; il più delle volte stavo a testa in giù per un po’ annaspando con la pagaia e poi rinunciavo miseramente). Non certo per questo non mi sono mai comprato una canoa.
Intorno ai 30 anni ho smesso di frequentare quello spicchio di fiume che ormai conoscevo a menadito avendolo fatto in lungo e in quel poco di larghezza per così tanto tempo.
E poi altri interessi si accavallavano rosicchiando lo spazio dedicato a questo hobby.
Infine per una decina di anni non ho più messo piede su una canoa (in verità 5 o 6 volte su qualcosa di mostruosamente differente, ma questa è un’altra storia…).
Ma la voglia di avere una canoa tutta mia non si è mai spenta. Poi, due anni fa, un mio amico è venuto da me dicendomi “Nea. Mi sono comprato una canoa. L’ho già provata a Bilancino, l’è ganzissima. E’ gonfiabile così la porto dove mi pare”.
Gonfiabile? Gonfiabile? No, no, no. Un se ne parla nemmeno. Un canoa non può essere gonfiabile. Quello è un salvagente con i seggiolini, non una canoa. Una canoa ha delle caratteristiche dalle quali non si può prescindere. La filosofia canoistica impone degli obblighi. Insomma, ero veramente punto nel vivo. Lui si ed io no. Sgrunt! Mi sono messo quindi di buona lena a cercare una canoa su internet che avesse le caratteristiche che io desideravo.
Ma tutte quelle che trovavo erano canoe per le quali era necessario saper fare l’eskimo. Ed io non lo voglio fare, non lo voglio riimparare. Non mi piace e basta. Cercando tra le canoe da mare (il modello che mi prefiggevo) avevo già adocchiato delle canoe Sit-On-Top ma erano delle vere schifezze. Sembravano dei surf venuti male con un alloggamento per il sedere.

Infine la luce!
“Conversione e liberazione”. Un documento di un tale Gioanni, che in prima battuta mi è parso un po’ farneticante, ma che poi si è rivelato illuminante, risolutivo, esauriente, definitivo, che mi spiegava la sua folgorazione per una “tanica” scoperta ad una mostra. Macchè tanica e tanica. Quella è la mia canoa. Precisamente quella che volevo.
Una canoa aperta, quindi se cado in acqua ci rimonto sopra e basta, senza fare Eskimi, Montgomery o altri soprabiti.
Una canoa piccola e facile da trasportare (è lunga precisamente come la mia citroen AX).
Addirittura è IMPILABILE (se ne può mettere due, una sopra l’altra).
Ci si può andare in 1, in 2 o in 2 + 1 (Stupendo. Da solo, con la moglie o con gli amici).
E’ tutta un gavone (ad onor del vero i pozzetti sono un po’ stretti).
Non è un fulmine di guerra ma ci se ne frega, non ci devo mica fare le corse…
Mi informo meglio e scopro che, cercando su internet nella giusta maniera, si trovano delle canoe Sit-On-Top bellissime però tutte americane, cavolo.
Ma Gioanni l’ha comprata in Italia. Allora uno che le vende ci deve pur essere.
Che marca è quella Malibu? Ocean Kayak, ma la importa la Rotomod. Il rivenditore è a L’Aquila.
Lo vado a dire a Marco ed è la resa incondizionata; anche lui se ne innamora. Quando vediamo tutti i modelli siamo ancora più entusiasti. Dobbiamo trovarla. Contattiamo il rivenditore de L’Aquila che ce la invierebbe in treno dove ci pare. Ma è già fine Luglio 2001 e decidiamo di rimandare a Settembre. Tornati dalle ferie ci rendiamo conto con orrore che la Rotomod non importa più le canoe della Ocean Kayak (poi scopriamo che non le importava ma le costruiva in Europa). Rompendo gli indugi scriviamo alla Ocean Kayak in America e con nostro immenso stupore scopriamo che il rappresentante per questa zona d’Italia abita a due chilometri da noi. E’ fatta. Incontro. Ordinazione e acquisto sono solo delle formalità. La compro full optional (2 seggiolini, 3 tappi per gli altrettanti pozzetti, 2 pagaie).
Nel 2002 sono diventato proprietario di una “Malibu two” giallo/arancio/rossa (non sono daltonico, è che va dal giallo al rosso!!!).

Infine ci procuriamo (grazie a Marco) anche un carrellino per portarla a giro da soli (sennò, ciccia. Se non si vuole beccarsi un’ernia bisogna essere in due almeno).
Che vi devo dire di più, da cosa nasce cosa ed ecco che il numero dei miei amici, canoisti e non, che la provano e decidono di darsi alla canoa aumenta sempre di più (addirittura uno, quando ha visto che me la portavo dovunque ed in 5 minuti ero già in acqua, ha deciso di vendere il gommone…).
E dato che ho trovato il posto dove infilarle mi sono comprato un bel Navigator della Cobra Kayaks che per i profani equivale a dire che prima c'avevo solo lo scuterone e ora c'ho anche la moto da strada.

4 commenti:

Miss Quarrel ha detto...

Senti senti... non credevo che i' bbabbino fosse pure sportivo, ma c'ho 2 rimostranze:

1) ammé sto popò d'attrezzo euntummel'ha ma fatto vedere (SENZA DOPPI SENSI!)

2)...icchègliè l'"eskimo" per noi poveri mortali!???

Nea ha detto...

1) Perchèuntucciseimaiiiiiiiiiii!!!
2) L'arribàrtati colla canoa...

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny